Il RELIQUIARIO
Nel corso dei secoli, l’ampolla del sangue di San Lorenzo è stata custodita in diversi luoghi. In una stanza laterale della chiesa vi è un armadio probabilmente risalente al tempo in cui venne costruita la fabbrica, sicuramente montato in loco per le sue dimensioni. Una parte di questo armadio, contenente gli arredi sacri, era dedicato alla custodia delle reliquie. Alla fine del 1200, per custodire il sangue di San Lorenzo venne realizzata una teca in legno dalle dimensioni di cm 32x18,5 sormontata da un coperchio decorato con smalti a disegni geometrici e floreali di colore azzurro e rosso, contornato da una bella cornice in metallo dorato, il tutto contenente al centro un angelo di bronzo dorato in rilievo, con le ali sollevate, un libro nella mano sinistra e la destra benedicente. Questa custodia prende il nome di: L’Angelo di Amaseno.
Oggi lo si può ammirare al Museo di Palazzo
Venezia in Roma. Nel 1644, Monsignor Spannocchi, in visita pastorale ad
Amaseno, denuncia la semplicità dell’armadio in cui viene custodito il
sangue e ordina che ne venga costruito uno più pregevole e adeguato. Nel
1692, parimenti Monsignor Antonelli, lamenta il fatto che la chiesa non
abbia una cappella dedicata al Santo Patrono Lorenzo. Nel frattempo, il
Cardinale Girolamo Colonna, quando ormai la reliquia era diventata famosa,
dona un reliquiario a forma di tempietto circolare con cinque colonnine, che
sostengono una cornice e una cupoletta, sormontata dalla croce, nel quale
contenere ed ostendere l’ampolla con il sangue. Siamo giunti dunque al
1736,in una bottega di orafi romani, di scuola berniniana, si inizia a
lavorare alla nuova custodia di questa prodigiosa ampolla catacombale. Il
reliquiario terminato nel 1748, ancora lo si può ammirare in tutto il suo
splendore, è alto 90 cm e pesa 12 Kg,
l’ossatura del reliquiario è in rame dorato, mentre le decorazioni in
rilievo sono in argento massiccio. Dentro una campana di cristallo è
contenuta l’ampolla con il sangue di San Lorenzo, il tutto contornato con
foglie di acanto e sormontato dallo strumento di morte di Lorenzo: la
graticola sorretta da due cherubini e circondata da foglie di palma. Nel
1970 G.B. Rigoni realizza su progetto dell’Architetto Bonaventura Berardi,
un urna in rame sbalzato che possa contenere tutte le reliquie. Questa viene
alloggiata nella cappella di San Lorenzo, la parte centrale è destinata
proprio a custodire il prezioso reliquiario del sangue del Martire. I
pannelli frontali di rame con cornici in ottone, recano in bassorilievo
scene della vita di San Lorenzo. La didascalia sottostante recita la sua
professione di fede: “sulla graticola io non ti ho rinnegato, nel fuoco ho
confessato che tu sei il Cristo” 10 agosto 258.